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Newsletter novembre 2018

A fine settembre ho partecipato a una settimana di simposio organizzato dalla fondazione Naranjo assieme all’associazione SAT Germania/Francia in un centro seminari a una cinquantina di chilometri da Brema, nel profondo nord della Germania.

Il corso portava il titolo “Il carattere degli esseri che hanno realizzato se stessi…e come essere ispirati dalle loro vite”. Una proposta imponente e molto interessante che ho letto anche come una possibilità di lavorare ancora una volta con Claudio Naranjo, dopo tanti anni.

A iscrizione effettuata, oltre al dettagliato curriculum enneagrammatico, mi è stato richiesto un lavoro preparatorio da consegnare due mesi prima del corso: la lettura della biografia di una persona famosa del mio tipo e sottotipo (come Naranjo chiama la Variante istintiva) da loro proposta e la stesura di una tesina circa la formazione del suo carattere in cui includere i tratti peculiari che sostengono l’ipotesi a che sia di tale tipo e sottotipo e quelli che la smentiscono, i momenti salienti della sua trasformazione, se c’è stata, nel percorso verso la realizzazione e l’identificazione di scene salienti che illustrano questi aspetti e momenti, indicando le relative pagine di riferimento nel testo. Il personaggio a me indicato per il Cinque sessuale è stato Ralph Emerson.
Pochi giorni prima del corso ho scoperto che Claudio Naranjo sarebbe stato presente solo via video poiché in convalescenza da una polmonite e che il collega con cui ero d’accordo di condividere viaggio e alloggio non sarebbe venuto con me. Ho comunque scelto di andare e volendo stare comoda ho spedito la valigia, cosa che per voli brevi non faccio mai. A Brema tuttavia sono arrivata senza poiché persa da Lufthansa lungo il tragitto. Sfidando le condizioni atmosferiche particolarmente avverse, sono andata in città a fare spese di sopravvivenza, e 50 chilometri dopo sono arrivata al centro seminari per scoprire che il mio nome non risultava da nessuna parte poiché la prenotazione della mia camera e la mia partecipazione erano state cancellate. Dopo avere trovato una sistemazione nel paese vicino a circa 3 chilometri (a piedi) ho infine raggiunto il mio gruppo di sottotipo e scoperto che ero l’unica cui era stato indicato di lavorare (inutilmente) su Ralph Emerson. Prima della fine della giornata e anche il giorno dopo ho cercato varie volte senza successo un responsabile dell’organizzazione o del centro seminari da informare circa l’arrivo della mia valigia. La sera del secondo giorno ho scoperto telefonicamente dall’ufficio bagagli smarriti dell’aeroporto che la mia valigia è stata rifiutata alla consegna, poiché appunto il mio nome non risultava da nessuna parte. L’ho infine ricevuta dopo 3 giorni.

Le mattine, il gruppo composto di 210 persone partecipanti e 40 persone tra insegnanti, facilitatori, assistenti e organizzazione, si riuniva in un grande capannone organizzato con video per vedere e ascoltare Claudio Naranjo in collegamento dalla sua abitazione a Barcellona. Dopo la meditazione da lui guidata, ogni gruppo di tipo e sottotipo presentava a tutti il proprio lavoro circa l’autore o gli autori proposti che Naranjo commentava e integrava. Nei lavori presentati l’accento di tutte le biografie proposte purtroppo è stato dato alle loro realizzazioni materiali e poco o nulla al percorso interiore di trasformazione, come lo scopo del simposio richiedeva. 

Il pomeriggio abbiamo lavorato in gruppi di tipo per esplorare con la drammatizzazione gli aspetti peculiari dell’inferno e del purgatorio dei personaggi studiati attraverso le scene selezionate presentate poi al grande gruppo il sabato come gran finale in 27 rappresentazioni. I pomeriggi sono stati decisamente la parte più interessante della settimana, i facilitatori dei gruppi erano registi davvero in gamba, per la maggior parte professionisti spagnoli preparati e coinvolgenti che hanno lavorato egregiamente.
Sono molto contenta di avere partecipato. La proposta della drammatizzazione, di un lavoro introspettivo che immerge nella propria storia personale, è stata davvero potente e, nonostante la mancanza di una fase risolutiva, ha potuto dare grandi intuizioni e comprensioni su alcuni meccanismi peculiari dei sottotipi. Ho vissuto tutto questo potenziato dagli eventi. Fin dal momento in cui il collega si è tirato indietro da un progetto comune, situazione con lui ripetitiva, ho riconosciuto che si stava presentando la situazione per poter osservare il replicarsi di un vissuto noto, per rivedere la mia storia personale, il copione dentro il copione che stavo andando a rappresentare. A parte il messaggio fin troppo semplice di tornare a viaggiare leggera, una volta arrivata al simposio, le tematiche infernali del mio tipo e sottotipo dell’Enneagramma c’erano tutte, meravigliosamente chiare: sentirsi mollati in un progetto, doversela cavare da soli in emergenza, abbassare la soglia del bisogno e vivere con il minimo necessario, non esistere, non avere un posto dove stare, sentirsi invisibili alle richieste, non avere il coraggio di difendere i propri diritti. Una sorta di magia e perfezione degli eventi mi ha sbattuto in faccia il mio copione!

A un altro livello di lettura, l’impatto con la cultura tedesca è stato difficile, come spesso per me, specificatamente perché è un esempio di quanto un eccesso di regolamentazione porta alla disorganicità e quindi alla disorganizzazione. E anche l’attitudine di devozione verso Naranjo considerato tra gli esseri realizzati ha messo a dura prova il mio negletto istinto sociale. Ho apprezzato invece tantissimo lo spirito di continua ricerca da lui proposto, nonostante a momenti mi sia sentita una cavia, ciò mi ha ricordato quanto la vita stessa sia un esperimento continuo. Il suo stile anni Settanta può far discutere, tuttavia ne riconosco il valore di educare a un’attitudine alla conoscenza, allo spingersi oltre il già visto o rimestato e a rischiare senza sapere cosa si otterrà, se non appunto conoscenza.
Ho apprezzato tanto il suo ispirare con domande provocatorie circa il vero significato di trasformazione di sé, di realizzazione, di importanza del contesto e dell’impatto degli eventi nel processo. In particolare riguardo ai personaggi studiati e presentati che hanno avuto vite difficilissime e anche profondamente travagliate e che hanno prodotto e creato opere meravigliose che sfidano il tempo, senza spesso neppure rendersene conto. Le domande purtroppo non sono state colte.
Io porto con me i suoi spunti di riflessione, che mi permetto di declinare, espandere e rimandarvi. Realizzare se stessi e realizzare qualcosa di grande sono la stessa cosa? È sufficiente che accada qualcosa di traumatico per svegliarci? È necessario che accada? Realizzare se stessi è semplicemente realizzare le proprie potenzialità e raggiungere la maturazione interiore, psichica ed emotiva, oppure c’è di più? Il risveglio è quello di cui parlano le tradizioni spirituali? Quali sono stati i momenti trasformativi della nostra vita, se ci sono stati, e quale tematica comune hanno?
Mi piacerebbe ricevere qualche vostra risposta e continuare questo tema magari in newsletter future. Se poi avete piacere di rispondere pubblicamenrte nel gruppo su facebook, forse può anche nascere qualche dicussione interessante.

Mi auguro di incontrarvi personalmente a una dell presentazioni del libro previste nei prossimi mesi – per le quali l’ingresso è libero ed è gradita la conferma di partecipazione – e ricordo che a dicembre offro un modulo del programma di formazione dell’Enneagram Institute a Lavagna, di cui sono unica rappresentante e insegnante in Italia.

Sereno Novembre da una gelida Saragozza.

Maura Amelia Bonanno