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Newsletter gennaio 2015

È la notte di Capodanno, e la Piccola Fiammiferaia è in strada, al freddo, a vendere fiammiferi. Non ne ha venduto ancora neppure uno, sta gelando, ma non osa tornare a casa perché teme la reazione che il patrigno avrebbe vedendola rientrare senza un soldo di incasso.

Cercando disperatamente di scaldarsi, la Piccola Fiammiferaia inizia ad accendere qualche fiammifero. Per ogni fiammifero acceso, un’immagine appare davanti a lei, sparendo poi quando la fiamma si spegne: prima le appare una stufa, poi un tavolo imbandito, poi un albero di Natale.

Quando una stella cadente attraversa il cielo, alla Piccola Fiammiferaia torna alla memoria la nonna morta, che era solita raccontarle che ogni stella cadente è un’anima che vola in Paradiso. Accendendo un nuovo fiammifero, la bambina vede sua nonna e per prolungare quella visione accende velocemente tutti i fiammiferi.

Quando anche l’ultimo fiammifero si spegne, la Piccola Fiammiferaia sogna di essere portata in cielo dalla nonna. Il suo corpo senza vita viene ritrovato il mattino seguente nella neve, con un sorriso in volto e un mazzetto di fiammiferi spenti in mano.

Ho scelto di scrivere questa fiaba per la prima newsletter dell’anno, un po’ perché la storia si svolge nella notte di capodanno, un po’ perché Andersen ha sempre riscosso un notevole successo con me, grazie alla suo realismo e stimolo alla riflessione.

Il primo semplice invito che sento in questa fiaba è di ricordare che siamo vivi, ciascuno con peculiari risorse e qualità che è nostra responsabilità riconoscere e onorare.

Da questo invito, l’augurio che ho per questo nuovo anno è che ci ricordiamo di sostenere cio che davvero ci nutre e ciò che valorizza la ricchezza e le risorse. Che ci ricordiamo di non sprecare e svendere ciò che ci scalda e ci fa bene, il talento e la forza. Di fare attenzione per non cadere nella normalizzazione, nell’abitudine alla scarsezza e alla rassegnazione. Di avere gratitudine e vivere con partecipazione ciò che Dio ci offre invece di attendere un ideale fantasioso, di muoverci e condividere invece di perderci nel fascino dell’immaginazione.

Auguro che ci ricordiamo di chiederci spesso se la vita che stiamo vivendo è la nostra e se rispettiamo e manifestiamo chi siamo e ciò in cui crediamo. Che verifichiamo il valore di ciò che cerchiamo di soddisfare, discriminando il vero nutrimento dalla ricerca di agio e confort.

Auguro a ognuno, per questo nuovo anno, gioia e gratitudine per ogni istante di questa meravigliosa, misteriosa, imprevedibile e magica vita.

Maura Amelia Bonanno

 

La vita e l’amore che creiamo, sono la vita e l’amore che viviamo – Leo Buscaglia –