Skip links

Newsletter ottobre 2018

A fine agosto ho partecipato al Festival di Bioetica 2018, dedicato alla felicità. Tiziana Bartolini direttrice della rivista “Noi donne”, mi ha fatto una breve video intervista che potete seguire a questo link: Video intervista per “Noi Donne“. Aggancio il tema della felicità per scrivere qualche riflessione per la newsletter di questo mese.

La felicità è uno stato d’animo, l’emozione positiva del ritenere soddisfatti tutti i propri desideri. Plotino ritiene che la felicità dipende dalla realizzazione della propria natura, di chi davvero siamo, che l’anima ha nostalgia dell’Uno e la vita è una sorta di esilio. Il suo trattato “Sulla felicità” offre una sintesi delle migliori soluzioni proposte dalle scuole greche ed è ricchissimo di spunti di riflessione su significato dell’essere felici per gli umani e per tutto il creato. In fondo lo scopo di tutta la filosofia greca è proprio cercare di mostrare agli uomini come realizzare e vivere una vita felice. Tutte le grandi filosofie e religioni del mondo e dei tempi sono rivolte alla felicità in questa o nell’altra vita. Tutte hanno un particolare accento al corpo, esaltandolo o mortificandolo.

Per raggiungere lo scopo, Plotino mira all’annullamento del corpo mentre al contempo contraddittoriamente esalta la necessità dell’esperienza diretta, che inevitabilmente dal corpo passa. Tutti abbiamo sperimentato che quando proviamo felicità anche il corpo è felice, indipendentemente dalle condizioni fisiche, è totalmente vivo e pronto a esprimere il potenziale possibile. È un sostegno alla realizzazione della nostra natura.

Plotino insiste che per essere felici non basta una buona vita. Il semplice fatto di essere capaci di provare sensazioni piacevoli non è abbastanza, perché a fare la differenza è la consapevolezza che ciò che si sta provando è bene. Le belle sensazioni non portano alla felicità duratura. Solo se sapremo appagare il nostro desiderio di conoscenza potremo capire chi veramente siamo, e solo sapendo chi siamo, riscoprendo la nostra origine divina e il nostro legame con il tutto, potremo finalmente trovare la strada che conduce alla felicità, una meta che solo l’ignoranza fa sembrare lontana.

Ma siamo sicuri di sapere e conoscere cosa ci rende felici? Sappiamo così poco della nostra natura. Siamo incollati a una moltitudine di idee su noi stessi. Conoscersi, essere a Livelli di Sviluppo più alti, non vuole dire necessariamente che ci sentiamo meglio e che abbiamo un umore migliore, anzi proprio perché abbiamo una visione più ampia delle nostre identificazioni possiamo entrare in contatto con esperienze dolorose e difficili. Per esempio vedere che ciò che desideriamo e che crediamo ci renderà felici, in realtà è dannoso per noi, ci fa male.

Già dal Livello di Sviluppo 4 per esempio desideriamo che sia qualcosa o qualcuno a farci felici. Da qui in poi sempre di più crediamo che sia il mondo a dover soddisfare la nostra realizzazione. A questo stadio, se le cose vanno per il verso giusto siamo di buon umore e ci sentiamo bene, ma non siamo davvero presenti. Funzioniamo bene, ma in modo meccanico. La natura del Livello di Sviluppo 4 è essere assenti senza sapere di esserlo, lasciarsi andare al sopravvivere, a vivere senza disturbare un precario equilibrio e senza voler essere disturbati. Da questo Livello ogni tipo cerca negli altri e dagli altri le qualità essenziali che tanto desidera vivere, gli Aspetti idealizzati.

Il Livello di Sviluppo 5 poi, è un vero e proprio allontanamento dalla verità interiore e quindi ciò che desideriamo a questo Livello è ben lontano da ciò che ci rende felici. Abbiamo meno possibilità di scelta, non discerniamo e non agiamo per ciò che è buono per noi e ci limitiamo a reagire quando ci sentiamo stuzzicati. Non sappiamo cosa stiamo facendo e, ancora peggio, non lo vogliamo sapere. A questo Livello cerchiamo di controllare il nostro ambiente, in particolare le altre persone, per rinforzare l’identificazione con l’immagine che abbiamo di noi stessi e per gratificare le nostre pretese egoiche. Funzioniamo in automatico, razionalizziamo, diventiamo rigidi e inflessibili. Cerchiamo di convincere gli altri a comprare la nostra immagine e ci infastidisce che gli altri facciano la stessa cosa con noi.

Se sono un tipo Uno a questo Livello credo davvero che perfezionare e correggere me stesso e gli altri mi renderà felice, ma in realtà questo mi allontana dalla realizzazione dell’equilibrio e dell’integrità della mia vera natura.

Se sono un tipo a questo Livello Due credo davvero che scoprire i desideri e i bisogni degli altri e soddisfarli mi renda felice, ma in realtà ciò mi allontana dalla realizzazione della connessione profonda e abbondanza della mia vera natura.

Se sono un tipo Tre a questo Livello credo davvero che inseguire e raggiungere obiettivi personali e materiali mi renda felice, ma in realtà questo mi allontana dalla realizzazione del valore e dal compimento della mia vera natura.

Se sono un tipo Quattro a questo Livello credo davvero che esprimere la mia diversità dagli altri e la mia sensibilità mi renda felice, ma in effetti ciò mi allontana dalla realizzazione della reale identità e unicità della mia vera natura.

Se sono un tipo Cinque credo davvero che isolarmi, cercare di comprendere tutto e l’attività mentale mi dia soddisfazione, ma in realtà mi allontana dalla realizzazione della chiarezza e illuminazione della mia vera natura.

Se sono un tipo Sei a questo Livello credo davvero che tenermi in difensiva, procrastinare e dubitare mi dia sicurezza, ma in realtà mi allontana dalla realizzazione della fede e fiducia della mia vera natura.

Se sono un tipo Sette a questo Livello credo davvero che intrattenermi, re-inquadrare la realtà ed evitare il dolore mi renda felice, ma in realtà mi allontana dalla realizzazione della libertà e gioia della mia vera natura.

Se sono un tipo Otto a questo Livello credo davvero che essere autoritario e dimostrare la mia forza e mi renda felice, ma in realtà mi allontana dalla realizzazione della potenza e dinamicità della mia vera natura.

Se sono un tipo Nove a questo Livello credo davvero che essere lasciato in pace e sognare a occhi aperti mi renda felice, ma in realtà questo mi allontana dalla realizzazione dell’armonia e della totalità della mia vera natura

L’Enneagramma ci aiuta a vedere parti di noi che la paura non vuole vedere. Anche per la felicità come per tutti i desideri c’è un prezzo da pagare per la realizzazione: quello di guardarci allo specchio con sincerità ed essere responsabili del male facciamo a noi stessi e agli altri perpetrando meccanismi malsani. 

La felicità è tanta roba!!

Maura Amelia Bonanno